Il Territorio
- Il Trentino e le sue Montagne
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Il Trentino: La viticoltura in Trentino
Il Trentino è considerato una delle più affascinanti destinazioni turistiche
d'Italia. Le Dolomiti, il Lago di Garda, i musei cittadini di Trento e Rovereto, i castelli medioevali ed il paesaggio vitato sono solo alcuni degli elementi distintivi e caratteristici di questo territorio. Qui la viticoltura è diffusa da prima dell'Epoca
Romana ma l'agricoltura del passato era profondamente diversa da quella che conosciamo oggi. Era un'agricoltura di sussistenza, il cui obiettivo primario era il consumo domestico. Le aree coltivate erano impervie e difficili da lavorare, il fondo valle generalmente paludoso
e le vigne venivano prevalentemente coltivate in collina. Le coltivazioni promiscue (con più varietà all'interno dello stesso campo)
garantivano al contadino un'ampia varietà di prodotti necessari per il sostentamento della propria famiglia.
Inoltre, grazie alla biodiversità, tali colture permettevano di ridurre il rischio di compromissione del raccolto a causa di frequenti gelate o malattie. In Vallagarina, una delle colture più diffuse insieme alla viticoltura era quella del baco da seta. Strettamente collegata alla presenza del gelso, fu introdotta nel corso del 1700 in epoca del dominio Veneziano.
Fino al 1915 il Trentino apparteneva politicamente ed economicamente allo Stato
Austriaco del Tirolo, la regione più a sud di tutto l'Impero Austroungarico.
Per questa ragione era considerata una delle zone più vocate
dell'Impero per la produzione di uve a bacca rossa. Il Marzemino Gentile era particolarmente apprezzato a Vienna per il suo carattere vellutato e i caratteristici profumi floreali.
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, il Trentino venne annesso all'Italia e si ritrovò ad esserne la regione situata più a nord. Da quel
momento, iniziò a comprendere anche la propria vocazione per la produzione di vini bianchi e di spumanti metodo classico Trento
Doc. Il Trentino è suddiviso in 12 ambiti e ciascuno di essi ha mantenuto la propria identita, le proprie tradizioni ed ha saputo salvaguardare i propri prodotti tipici.
Oggi ti trovi in Vallagarina e per questo motivo vogliamo condividere con te le tipicità e ciò che è tradizionale di questo luogo. Ciò che a noi emoziona in quanto parte della nostra storia e della nostra cultura: il nostro patrimonio vitivinicolo.
Alba da Cima Presanella
Lago di Garda
Monte Stivo
La Vallagarina
La Vallagarina coincide con la parte meridionale della Valle dell'Adige, in provincia di Trento. Si estende in direzione sud-nord dal confine con la regione Veneto fino ad arrivare
all'abitato di Besenello.
Vi sono numerose valli laterali che compongono il territorio della
Vallagarina tra cui la Valle dei Ronchi che porta alle Piccole Dolomiti
(Comune di Ala), la Valle di Loppio che rappresenta il principale accesso al Lago di Garda Trentino e al
Massiccio del Baldo (Comuni di Mori e Brentonico), le Valli del Leno con il Monte Pasubio che collegano la città di Rovereto all'Altopiano di Folgaria e alla regione Veneto (Comuni di Terragnolo, Trambileno e Vallarsa)
ed infine la Valle del Rosspach che collega gli abitati di Calliano e Besenello con gli Altipiani Cimbri.
Da sempre la Vallagarina è la principale via di comunicazione che collega l'Italia con la Mitteleuropa, la sua storia è profondamente intrecciata con quella del commercio tra culture diverse, tra paesi dell'arco alpino e la pianura padana.
Caratteristici sono i numerosi castelli medievali che dominano la valle, i vigneti che si estendono fino a mezza collina e i numerosi borghi
ricchi di storia e cultura.
Monte stivo
Vallagarina
Castello di Avio
Castellano è una frazione del comune di Villa Lagarina nella provincia di Trento, nella regione autonoma Trentino-Alto Adige e si trova sulla dorsale est della catena Monte Stivo-Monte Bondone a 800 m s.l.m. è, nel tratto di valle, il villaggio più in alto della Destra Adige, un piccolo borgo del Trentino, che mantiene il volto rustico del suo passato contadino.
Oggi i vigneti a Castellano si trovano in diverse zone, soprattutto al di fuori di quelle originarie, che sono state perse oramai nella folta vegetazione del bosco. Le zone utilizzate sono principalmente le cenge sottostanti al paese, dove erano stati creati terrazzamenti per favorire la lavorazione delle stesse.
La viticoltura in queste zone difficili è ritornata nei primi anni del ventunesimo secolo dopo essere stata abbandonata negli anni 60/70 per favorire il lavoro nelle industrie, sempre più in crescita.
attimi prima della ventemmia
casetta storica di famiglia nei vigneti
vigneto polsar